Testosterone e tumore della prostata, un mito da sfatare

E’ strano, ma sicuramente giustissimo, come in medicina si modifichino, si trasformino e addirittura si capovolgano le certezze e le convinzioni.

Sono cresciuto in ambiente Universitario durante la mia prima specializzazione in urologia e , ricordo benissimo, quanto la parola testosterone si riflettesse immediatamente nel concetto di cancro della prostata, il tumore prostatico.

E ogni qual volta si accennasse a  una terapia ormonale sostitutiva scattava l’allarme : non si può, gli viene il tumore !!!

Non ci ho mai creduto, non è possibile che un ormone tipico della giovane età e prodotto dal nostro organismo , diventi poi così aggressivo da uccidere il suo stesso produttore .

Ma , ormai da 15 anni , questa solidissima teoria ha iniziato a vacillare e, proprio in questo periodo, una meta-analisi che ha preso in considerazione 20 studi con 20.000 pazienti e follow-up di dieci anni ha concluso che : la terapia sostitutiva con testosterone NON induce il tumore della prostata.

Chiaramente prima di iniziare la terapia sarà interesse dell’andrologo verificare lo stato di salute prostatica con visita urologica e dosaggio del psa plasmatico. Altri esami indispensabili sono l’emocromo con ematocrito e l’assetto glucidico e lipidico.

Il follow up del primo anno verrà eseguito ogni tre mesi per passare poi a un controllo annuale.

Sono ormai sempre di più gli uomini in andropausa affetti da ipogonadismo con conseguenti disagi anche della sfera sessuale. Sarà quindi indispensabile che andrologo e pazienti siano in grado di affrontare in tutta serenità la terapia sostitutiva con testosterone .

Tutte le linee guida attualmente disponibili concordano sul fatto che solo pazienti sintomatici con confermati livelli ridotti di testosterone (<12 nmol/l o 3.5 ng/ml o 350 ng/dl) in almeno due occasioni, possano trarre giovamento da una terapia specifica con testosterone.

Approfitto per salutare tutti gli utenti che si interfacciano con me attraverso i miei canali social, raccontando le loro storie cliniche e arricchendo in tal modo la mia esperienza lavorativa, nella speranza che serva anche a loro.

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