Nutraceutica e Fitoterapia in Urologia

Riporto il riassunto di un interessante lavoro svolto dai colleghi Italiani.

Link all’articolo originale :

https://www.pagepressjournals.org/index.php/aiua/article/view/aiua.2019.3.139

Negli ultimi anni, le innovazioni farmaceutiche nell’assistenza primaria sono drammaticamente meno frequenti e saranno ancora più rare nel prossimo futuro.

In questo contesto, la ricerca preclinica e clinica ha orientato il loro interesse verso l’efficacia e la sicurezza dei composti naturali, supportando lo sviluppo di una nuova scienza "nutraceutica". Le piante medicinali, sotto forma di parti di piante o loro estratti, sono comunemente usate per il trattamento di malattie della prostata come ipertrofia benigna, prostatite e sindrome del dolore pelvico cronico.

Le proprietà farmacologiche ricercate per il trattamento delle malattie prostatiche sono anti-androgene, anti-estrogenico, antiproliferativo, antiossidante e antinfiammatorio. Le piante medicinali più studiate e utilizzate sono Serenoa repens, Pygeum africanum e Urtica dioica. Altre piante promettenti sono Cucurbita pepo, Epilobium spp, Lycopersum esculentum, Secale cereale, Roystonea regia, Vaccinium macrocarpon. Parallelamente, studi epidemiologici hanno dimostrato che la dieta può svolgere un ruolo importante sull’incidenza e sullo sviluppo delle malattie prostatiche.

La dieta mediterranea è ricca di elementi con proprietà antiossidanti che fungono da fattore protettivo per il cancro alla prostata. Allo stesso modo, un basso apporto di proteine ​​animali, un alto apporto di frutta e verdura, licopene e zinco sono un fattore protettivo per l’iperplasia prostatica benigna (IPB). Serenoa repens nel trattamento dei sintomi dell’IPB è stato testato da solo o, più frequentemente, in combinazione con altre piante medicinali, alfa-bloccanti e inibitori della 5- alfa reduttasi (5-ARI).

Recenti meta-analisi hanno trovato l’efficacia di Serenoa repens simile o inferiore a quella di finasteride e tamsulosina ma chiaramente superiore a quella del placebo nel trattamento dei sintomi lievi e moderati delle basse vie urinarie (LUTS), della nicturia e del disagio. Gli studi clinici hanno mostrato un potenziale effetto sinergico di Serenoa repens con altre piante medicinali e farmaci. Oltre a Serenoa repens, ci sono molte altre piante medicinali per le quali le prove cliniche sono ancora controverse.

Urtica dioica, Pygeum africanum e Curcubita pepo possono essere considerati in aggiunta alle terapie comuni e il loro uso è supportato da studi che mostrano il miglioramento dei sintomi e degli indici flowmetric. Il licopene e il selenio sono prodotti naturali con azione antiossidante e antinfiammatoria.

La combinazione di licopene e selenio con Serenoa repens è stata in grado di ridurre l’infiammazione nelle sezioni istologiche della prostata e migliorare ulteriormente i punteggi dei sintomi e il flusso urinario nei pazienti con BPH nel trattamento con tamsulosina. Effetti simili potrebbero essere ottenuti con l’uso di altri carotenoidi, come l’astaxantina e / o lo zinco.

L’efficacia sui sintomi di pazienti con BPH di alcuni polifenoli come quercitina, equolo e curcumina è stata dimostrata da studi clinici. L’estratto di polline è una miscela di componenti naturali in grado di inibire diverse sintesi di citochine e prostaglandine e leucotrieni con un potente effetto antinfiammatorio. Gli estratti di polline migliorano significativamente i sintomi, il dolore e la qualità della vita nei pazienti affetti da sindrome del dolore pelvico cronico e prostatite cronica.

Il beta-sitosterolo è uno sterolo in grado di migliorare i sintomi urinari e le misure del flusso, ma non di ridurre le dimensioni della ghiandola prostatica. La palmitoiletanolamide (PEA) è una molecola endogena di segnalazione di ammide di acidi grassi con effetti antinfiammatori e neuroprotettivi che può avere un ruolo interessante nella gestione della sindrome del dolore pelvico cronico e del dolore urologico cronico.

Infine, diversi prodotti a base vegetale sono stati sottoposti a indagini precliniche, in vitro e in vivo, per la loro potenziale attività farmacologica contro il cancro alla prostata. Alcuni studi epidemiologici o studi clinici hanno valutato gli effetti di bevande, estratti o preparati alimentari sul rischio di cancro alla prostata.

Alcune specie di piante meritavano un’indagine più intensa, come Camelia sinensis (tè verde o nero), Solanum lycopersicum (pomodoro comune), Punica granatum (melograno), Glycine max (soia comune) e Linum usitatissimum (lino).

Lascia un commento