Carenza di DHEA e sua integrazione

Il deficit di deidroepiandrosterone (DHEA) correlato all’età è stato associato a una vasta gamma di anomalie biologiche nei maschi.

Obiettivo dello studio Italiano che riporto in bibliografia  era di meta-analizzare tutti gli studi randomizzati in doppio cieco, controllati con placebo (RCT) che studiavano l’effetto del DHEA orale (integrazione di DHEA) rispetto al placebo sugli esiti sessuali e metabolici negli uomini anziani.

Fonte di dati:

È stata eseguita una vasta ricerca di Medline Embase e Cochrane che includeva le seguenti parole: DHEA, RCT e maschi.

Selezione dello studio:

Sono stati inclusi solo studi clinici in doppio cieco controllati con placebo condotti su uomini anziani.

Estrazione dati:

L’estrazione dei dati è stata eseguita in modo indipendente da 2 degli autori (A.S. e V.G.) e i conflitti sono stati risolti dal terzo investigatore (G.C.). La qualità degli RCT è stata valutata utilizzando i criteri Cochrane.

risultati:

Di 220 articoli recuperati, 25 sono stati inclusi nello studio. Gli studi randomizzati disponibili hanno arruolato 1353 uomini anziani, con un follow-up medio di 36 settimane.

La supplementazione di DHEA è stata associata a una riduzione della massa grassa (differenza media standardizzata da -0,35 [da -0,65 a -0,05]; P = 0,02). Tuttavia, l’associazione con la massa grassa è scomparsa in un modello di regressione multivariata dopo aggiustamento per aumenti del metabolita correlati al DHEA come testosterone totale ed estradiolo. Contrariamente a quanto osservato per la massa grassa, non è stato osservato alcun effetto della supplementazione di DHEA rispetto al placebo per vari parametri clinici tra cui il metabolismo lipidico e glicemico, la salute delle ossa, la funzione sessuale e la qualità della vita.

 

conclusioni:

La presente meta-analisi degli studi di intervento mostra che l’integrazione di DHEA negli uomini anziani può indurre un piccolo ma significativo effetto positivo sulla composizione corporea che è strettamente dipendente dalla conversione di DHEA nei suoi metaboliti bioattivi come androgeni o estrogeni.

 

Fonte dell’articolo :

https://academic.oup.com/jcem/article/98/9/3615/2833096

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